Con il termine dark pool si intendono i mercati privati che sono accessibili agli investitori istituzionali, dove possono comprare e vendere grandi quantità di azioni senza l’obbligo di dare alcun riferimento, nello specifico non si sa chi compra e chi vende. La connotazione “dark” dovrebbe farvi pensare a qualcosa di poco chiaro e trasparente, come un qualcosa che viene fatto senza che altri attori sul mercato finanziario ne siano a conoscenza, come detto sopra i protagonisti di questo mercato sono principalmente gli investitori istituzionali e i trader ad alta frequenza (farò degli articoli a parte visto che conosco questo mondo).
Un pro della dark pool è la possibilità per esempio di un grande fondo di investimento di operare sul mercato senza innescare movimenti di prezzo in caso di vendita, evitando che il titolo possa salire a causa dell’aumento di offerta, i vantaggi sono sostanzialmente 3: transazione finanziaria anonima , bassi costi di negoziazione, basso impatto sul mercato
Questo fenomeno di dark pool si è diffuso nei primi anni 90 per poi espandersi fino ad oggi, secondo una ricerca da parte della FINRA ,(un organo autorizzato dal Congresso per proteggere gli investitori americani, il quale scopo è di vigilare i broker sui mercati finanziari , analizzando i miliardi di scambi giornalieri www.finra.org ) più del 40% degli scambi avviene sulle dark pool.
Alcune banche d’affari sono state multate vista la poca trasparenza verso i loro clienti. I dati nella dark pool, come detto prima sono anonimi, infatti i grandi investitori non rivelano le loro intenzioni commerciali prima di eseguire l’ordine a mercato ,questi dettagli vengono rilasciati in maniera ritardata.
Se la quantità di scambi nelle dark pool è in continuo aumento vuole dire che i grandi investitori traggono enormi profitti, per esempio se un investitore retail compra azioni di una società “x” e nello stesso tempo il fondo “y” vende 10% di quote della società “x” quando verrà fuori la notizia della transazione, il piccolo investitore subirà una perdita. Un altro elemento da sottolineare è quando gli ordini dei clienti delle dark pool diventano preda dei trader ad alta frequenza che impiegano strategie come il “pinging” per scoprire i grandi ordini e di conseguenza anticiparli sulla velocità di esecuzione.
A questo modalità di fare trading voglio aggiungere il Crossing Network cioè un’evoluzione del trading oscuro che consente agli operatori di nascondere gli ordini dal book di negoziazione. Tra le più importanti piattaforme troviamo Bondvision e Tradeweb che consentono di mascherare la liquidità a tutti gli altri attori sul mercato (vedere articolo Ordini Icerberg) con l’obiettivo di creare strategie speculative senza che gli altri partecipanti possano adottare delle contromisure.
Le dark pool in 10 anni hanno avuto una crescita importante, nel 2011 il valore era 1.40% degli scambi, nel 2015 3.80%, nel 2019 5.50%. Nel 2021 siamo arrivati al 6% dei volumi scambiati.
Gli investitori istituzionali usano le dark pool per suddividere gli ordini, immaginate quanto potrebbe impattare sul mercato un ordine da miliardi di dollari su Tesla?
Per evitare questo problema i grandi investitori acquistano dimensioni più piccole e le distribuiscono sulle diverse piattaforme non accessibili alla maggior parte dei partecipanti al mercato.
La Mifid2 in Europa(Market in Financial Instruments Directive) ha ridotto questo tipo di operatività con delle regole più severe, le negoziazioni non posso superare il 4% degli scambi sui mercati tradizionali mentre sul mercato delle dark pool non possono superare 8%. I risultati non sono determinanti anche perché molti investitori istituzionali per evitare queste regole operano dal Regno Unito che è un mercato molto meno regolamentato rispetto a quello europeo.
Sono consapevole di trattare argomenti un po’ particolari, forse tanti utenti hanno sentito parlare di dark pool o trading ad alta frequenza però vi garantisco che è un mondo complesso da capire.